La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune nella quale avviene lentamente la distruzione della tiroide da parte del corpo stesso. Questa condizione causa un aumento dei livelli degli anticorpi anti TPO e TG che porta a una modificazione del metabolismo degli ormoni tiroidei i quali a loro volta portano alla manifestazione di sintomi fisici e psichici nel paziente.
Fattori genetici, ambientali, stress fisico e psichico, intossicazione, disbiosi intestinale e una sbilanciata alimentazione sono tutti possibili fattori scatenanti per la tiroidite di hashimoto.
Un’alimentazione specifica e anti infiammatoria svolge un ruolo molto importante nel dare il nutrimento essenziale per regolare il sistema immunitario del paziente. La ricerca scientifica ha evidenziato che i pazienti affetti da sindrome di Hashimoto hanno carenze in selenio, potassio, iodio, rame, magnesio, zinco, ferro, vitamina A,C,D e B.
I pazienti affetti da Hashimoto devono prestare attenzione ad assumere alcuni alimenti in quanto possono interferire negativamente con la ceraia di levotiroxina (Eutirox, Tirosint etc).
Inizialmente i sintomi della tiroidite di Hashimoto, e per altre malattie croniche, non sono acuti e specifici. Il paziente non si accorge di essere soggetto a cambiamentii di umore repentini, depressione, problemi di concentrazione, pelle secca, perdita di capelli, fatica costante anche se si dorme più di 8 ore, aumento di peso e disturbi intestinali.
Infezioni
Le infezioni sono considerate fattori importanti dell’eziopatogenesi della tiroidite di Hashimoto, che a causa del mimetismo molecolare possono causare una reazione crociata del sistema immunitario e possono portare allo sviluppo di malattie autoimmuni. Le immunoglobuline A (IgA) svolgono un ruolo molto importante nella difesa contro le infezioni che insieme al microbioma dell’organismo, dipendono da un intestino ben funzionate e da un equilibrato microbiota intestinale.
Stress
Il benessere psichico è un altro fattore che può svolgere un ruolo importante nello sviluppo della tiroidite di Hashimoto. Stress cronico spesso influenza la fisiologia del nostro corpo, e di conseguenza il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario.
Stress Ossidativo
Lo stress ossidativo stimola il rilascio di citochine infiammatorie, le quali intensificano la distruzione cellulare e come ultimo step portano alla morte cellulare programmata, apoptosi. La tiroide è un organo sotto costante influenza da stress ossidativo quindi è molto importante proteggerla con l’aiuto di antiossidanti come il selenio e il glutatione.
La diminuzione di peso nel caso il paziente fosse in sovrappeso, l’assunzione di una corretta e bilanciata alimentazione possono contribuire positivamente alla riduzione dello stress ossidativo.
Fattori Nutrizionali
Essendo la tiroide un organo coinvolto nella regolazione del metabolismo del nostro corpo, quando la funzione tiroidea diminuisce, come conseguenza avremo una risposta negativa anche da parte del nostro metabolismo basale (le calorie che il nostro corpo ha bisogno per affrontare la giornata intera, cioè per mantenerci in vita: respirazione, circolazione del sangue, digestione, termoregolazione e tutte le funzioni cellulari). In questo caso il metabolismo basale diminuisce e di conseguenza se non viene modificato lo stile di vita e l’alimentazione, avviene l’aumento di peso.
L’introduzione dell’avena nell’alimentazione di un paziente affetto da tiroidite di Hashimoto può portare beneficio data l’alta presenza di beta-glucani, in grado di influenzare la regolazione del metabolismo glucosio-insulina, la lipemia plasmatica, il microbiota intestinale, gli immunomodulatori e altri meccanismi metabolici interessati nella tiroidite di Hashimoto. Questo ovviamente però non vuol dire che va bene per tutti e che dobbiamo mangiare avena tutto il giorno, tutti i giorni!!!
Microbiota intestinale e processi infiammatori
L’intestino contiene una grande quantità di cellule del sistema immunitario che partecipano attivamente con il microbiota intestinale. Il microbiota intestinale umano è relativamente stabile anche se si adatta continuamente alle nostre abitudini alimentari, al nostro stato psichico, alle nostre malattie, ai medicinali che assumiamo quotidianamente e all’ambiente che ci circonda. Studi scientifici hanno dimostrato che migliorare la flora intestinale e quindi il microbiota intestinale, può avere effetti benefici nella riduzione dello stato infiammatorio del corpo. Con il fine di migliorare la qualità del microbiota intestinale, i pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto e non, devono assumere la giusta quantità e qualità di frutta e verdure; inoltre, bisogna far attenzione alla scelta dei grassi, delle proteine e dei carboidrati. Un’ assunzione eccessiva di acidi grassi saturi può portare alla sindrome dell’intestino permeabile (Leaky Gut Syndrome) dove viene compromessa l’integrità della permeabilità intestinale permettendo ad alcune sostanze pro infiammatorie di trapassare la barriera intestinale ed entrare nel circolo sanguigno provocando reazioni immunitarie. Al contrario, una buona assunzione di acidi grassi polinsaturi promuove il benessere del microbiota intestinale e migliora le sue funzioni metaboliche.
Eliminazione di alimenti e nutrienti
I pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto devo seguire una dieta bilanciata e soprattutto personalizzata per alleviare diversi dei sintomi. E’ importante l’eliminazione di alcuni nutrienti e di conseguenza anche di alcuni alimenti per far sì che il corpo possa tornare a star bene e svolgere le funzioni metaboliche al meglio delle sue energie.
Conclusioni
I fattori dietetici, nella Tiroidite di Hashimoto e nelle malattie autoimmuni, possono essere considerati come parte dei fattori ambientali che influiscono negativamente. E’ importante se non fondamentale rivolgersi a un professionista per il giusto supporto dietetico oltre che ovviamente ad un endocrinologo per il supporto medicale.
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